giovedì 14 febbraio 2013

Cultura e sviluppo: MONTI, BERSANI E BERLUSCONI A CONFRONTO

Di seguito una sintesi delle domande effettuate da La Domenica ai candidati premier e le loro relative risposte.

LE 5 DOMANDE
1 - Gentile candidato premier, se vincerà le elezioni, intende aumentare le quote di Pil destinate alla cultura, alla ricerca, all'istruzione e alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale e paesaggistico portandole ai livelli degli altri Paesi europei e dei Paesi economicamente più sviluppati? Oppure non lo ritiene possibile o necessario?
2 - Se sì: in che modo pensa di spendere produttivamente quei soldi? Se no, in che modo, da chi e con quali strumenti intende trovare le risorse necessarie per rilanciare e riqualificare cultura, ricerca e istruzione, nonché per promuovere la fruttuosità economica del patrimonio storico-culturale e paesaggistico?
3 - La pratica artistica e musicale non sono insegnate nelle scuole, e questo fatto danneggia la nostra cultura e la nostra immagine nel mondo. Sforniamo analfabeti funzionali, inconsapevoli del loro patrimonio circostante. Se andasse al governo cambierebbe i programmi scolastici introducendo queste materie fin dai primi anni di scuola?
4 - In vista dell'arrivo di ingenti fondi europei, che iniziative intende intraprendere per incrementare l'impresa creativa italiana e per esportare il valore della nostra cultura e del nostro patrimonio storico-artistico, storico-scientifico e paesaggistico nel mondo?
 5 - A fronte del fatto che secondo numerosi e accreditati studi non c'è sviluppo economico e sociale costante in un Paese che spende meno del 2% di Pil in ricerca e innovazione e che non valorizza, anche economicamente, il ruolo dei giovani ricercatori, che cosa intende fare per fermare il declino della ricerca italiana, l'emorragia di giovani ricercatori e il disinteresse dei ricercatori stranieri nei riguardi del sistema italiano della ricerca e dell'innovazione?

MONTI: Sicuramente l'adeguamento dei fondi al ministero dei Beni Culturali e alla ricerca è tra le priorità che un futuro Governo deve porsi per tornare a un livello più prossimo a quello degli altri Paesi europei. Se le finanze pubbliche non permetteranno un immediato aumento degli stanziamenti, sarà comunque necessario riqualificare la spesa corrente e aumentare la spesa per investimenti, sia pubblici che privati e adottare in tempi brevi misure che possano portare risorse alla cultura, sia nella sua componente di attività culturali, sia nel mantenimento del patrimonio nazionale. Sarebbe utile agli stessi fini una riforma del ministero dei Beni culturali che ne favorisca l'efficienza organizzativa e l'autonomia di spesa. Paragonandoci alla Francia, e ancora di più all'Inghilterra, è evidente che abbiamo molto terreno da recuperare per quanto riguarda la deducibilità e la detraibilità dei contributi a favore delle attività culturali e del mantenimento del patrimonio culturale. L'aumento delle ore sia di storia dell'arte che di pratica artistica e musicale è il presupposto per creare un Paese sensibile ai temi culturali. L'obiettivo della politica europea di investire il 3% del Pil in ricerca e sviluppo e il programma dei finanziamenti europei alla ricerca per il periodo 2014-2020 è una straordinaria opportunità per il Paese, che deve attivarsi per poterla cogliere. La ricerca italiana deve essere sostenuta anche partendo da bandi competitivi. Bisogna premiare il merito affinché i bravi ricercatori (che sono molti) siano incentivati a dare il meglio. È inoltre necessario e urgente semplificare la burocrazia che tuttora, anche nel campo della ricerca e dell'innovazione come in tanti altri, impedisce ai talenti di dare quello che potrebbero e rallenta un reale processo di sviluppo di tutto il Paese.

BERSANI: occorre subito integrare i finanziamenti ordinari alle università, che rischiano di non riuscire a pagare nemmeno gli stipendi nel 2013 e serve un programma nazionale della ricerca per finanziarla con meccanismi all'altezza del sistema europeo. Per quanto riguarda il reperimento delle risorse necessarie, i risparmi sull'interesse del debito e le riduzioni delle voci di spesa aumentate dal 1990 a oggi – possibili grazie alla riforme della previdenza e alla spending review – ci consentono di programmare nuovi investimenti. Inoltre, è necessario sfruttare meglio le risorse europee, fornire incentivi a partenariati pubblici/privati e attivare una defiscalizzazione più conveniente per le donazioni. Il Mibac ha serissimi problemi di personale: i tecnici scarseggiano e in breve i pensionamenti rischiano di desertificarlo. Esso deve essere rimesso nelle condizioni di operare, restituendo dignità ai lavoratori e diritti e certezze alla vasta schiera di giovani precari iperqualificati. Vanno anche implementati i fondi per il funzionamento della struttura e ridefinire i criteri di spesa. Va irrobustita la presenza dell'arte e della musica nei programmi scolastici, ma è altrettanto importante che queste discipline siano proposte da insegnanti capaci di trasmettere in modo adeguato le loro conoscenze. Innovare nella conservazione e nella promozione culturale significa accompagnare le Regioni nella programmazione, progettazione e spesa dei fondi strutturali. Sarebbe utile istituire una cabina di regia centrale (per esempio nella sede Stato-Regioni) che coordini l'azione regionale. Sarebbe anche utile allargare la definizione di cultura a quella di industria culturale e creativa per rilanciare un'intera filiera produttiva (oltre al patrimonio culturale anche l'audiovisivo, l'architettura, la moda, la pubblicità e il design).

BERLUSCONI: Non è possibile detenere il più grande patrimonio culturale nel mondo e spendere per salvaguardare e valorizzare questo bene inestimabile meno degli altri Paesi. Bisogna innanzitutto valorizzare questo patrimonio in maniera imprenditoriale, chiamando i giovani laureati nelle specializzazioni di managerialità della cultura a dirigere musei e aree archeologiche. I privati inoltre possono e debbono essere associati in questo ruolo di tutela e promozione del nostro patrimonio, come ad esempio è stato fatto a Torino con la Fondazione del Museo Egizio e a Roma con l'investimento di un privato come Della Valle nel restauro del Colosseo. Il linguaggio artistico e musicale è uno dei linguaggi fondamentali della nostra cultura e della formazione spirituale di un giovane. Bisogna adottare il modello anglosassone, come quello dell'educazione teatrale come una delle attività di una scuola a tempo pieno. I nostri beni artistici possono diventare uno strumento di diffusione culturale e anche economica in tutto il mondo, come del resto è sempre avvenuto nel corso della nostra storia. Innanzitutto non bisogna disperdere le risorse in mille rivoli e indirizzarle invece verso centri e progetti di eccellenza. L'Italia può riprendere un posto importante nella competizione economica internazionale se sfrutta adeguatamente le sue facoltà creative e scientifiche al servizio dell'economia e del progresso civile del Paese.