di Serena Di Giovanni
Stamattina in Palazzo Vecchio è stata
inaugurata Florens 2012, la Biennale internazionale dei beni culturali e
ambientali. Tanti gli incontri e gli argomenti sui quali meditare, come il
rapporto tra il pubblico e il privato, la valorizzazione e l'economia della
cultura. Sì, perché Florens 2012 fa soprattutto riflettere. Su Twitter ho avuto,
a questo riguardo, un'interessante e proficua conversazione con una
responsabile di 24 ORE Cultura - Gruppo 24 Ore, a proposito dei privilegi fiscali concessi alle autorità politiche (e non solo) in materia di beni culturali, come gli ingressi omaggio ai
musei, alle fondazioni, alle esposizioni d'arte, cinema e teatri. Ci troviamo
d'accordo sull'idea che in un paese civile come dovrebbe essere quello italiano
è impensabile che un politico di turno possa beneficiare indisturbato di tali
agevolazioni, a discapito dei fondi pubblici destinati alla tutela e alla
valorizzazione del nostro patrimonio. Su un punto però ci troviamo in
disaccordo. Mi chiedo, estendendo a voi questo mio quesito, se sia davvero
giusto che una mostra, per quanto valida, abbia un costo "fisso" per
tutti, ivi compresi i disoccupati, che evidentemente non possono permettersi ingenti dispendi economici mensili e annuali. Non bisognerebbe invece tener
conto, nelle riduzioni e negli aumenti, del reddito pro capite? in caso
contrario, sarebbe giusto "tagliare fuori dalla cultura" una larga
fetta del nostro paese, in chiara difficoltà economica, come prospettato dalla collega del 24 ore Cultura, che, alla mia domanda specifica, ha risposto: "non voglio essere cinica ma chi non arriva alla fine del mese ha altro in testa che visitare una mostra"?
A voi l'ardua sentenza.
A voi l'ardua sentenza.
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