venerdì 28 settembre 2012

I Martedì critici: Luca Maria Patella


Molto si potrebbe dire di Luca Maria Patella, precorritore dell’arte concettuale e della Land Art e ospite ai Martedì Critici (http://imartedicritici.com/) lo scorso martedì 25 settembre. La sua attività artistica inizia nella metà degli anni Sessanta, dopo un’importante formazione scientifica, elemento fondamentale del suo originalissimo eloquio figurativo. Autore delle prime “manipolazioni preconcettuali” con la macchina fotografica, Patella è tra i primi a cimentarsi nella cinepresa e a ispezionare e sperimentare l’ambiente multimediale e interattivo con finalità estetiche. Si attiva quindi nelle più svariate discipline artistiche: dalla performance al suono, dalla parola all’installazione di grandi oggetti-scultura come “test proiettivi”, dalla scrittura al Libro. 
Partendo dal ready made duchampiano e dalla simultaneità futurista Patella crea un linguaggio sinestetico, che comunica in modo polisensoriale. E come uno scienziato di fronte al suo esperimento, uno psichiatra davanti al suo paziente, egli attua vere e proprie operazioni, basate sulla ricerca, sulla documentazione e l’esperienza, visiva, intellettiva e della percezione. Opere come “Mare firmato” (1965) sono frutto di questa ricerca sperimentale, che sul finire degli anni Sessanta conduce l’artista alla realizzazione di un filmato e una serie di fotografie intitolate “Terra Animata”, con misurazioni del terreno, a metà fra arte concettuale e Land Art. Non sono evidentemente sconosciute a Patella le nuove teorie novecentesche sui principi fondamentali della percezione visiva, né la psicologia della Gestalt. Non a caso sempre in quello stesso periodo realizza una serie di opere che hanno come comune denominatore la dicitura “Analisi del comportamento”.
Negli anni ’69-’70 Patella si avvicina all’arte multimediale, una ricerca che sfocerà in diverse installazioni “parlanti” e in alcune performance. Si accentua, negli anni Ottanta, il suo interesse per gli aspetti psicanalitici, per le simbologie, i giochi di parole, i motti di spirito; un’attenzione testimoniata in particolare dai “Lettini patelliani paraduchampiani” della Gnam di Roma, posti accanto ai letti di Duchamp, o dall’interesse per Diderot. L’importanza di queste ricerche emerge anche durante il colloquio con i due curatori de I Martedì critici, Alberto Dambruoso e Marco Tonelli; durante il talk, infatti, Patella si dice contro “ogni tipo di convenzione e circonvenzione” e rimarca il suo peculiare rapporto con la scienza e la psicanalisi. L’artista inoltre non manca di rilevare tre aspetti della sua concezione estetica: povertà, pulsione e pensiero, gli ingredienti alchemici alla base dei suoi complessi – ma non complicati - esperimenti artistici. 


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