Le immagini qui
riprodotte non sono foto, ma disegni fatti con carta e matita. Della bravura
tecnica di Diego Fazio, in arte DiegoKoi, stanno parlando molti siti italiani e
americani, rimasti sbalorditi dai suoi disegni "così
reali da essere irreali", e da sembrare vere e proprie fotografie. Il
giovanissimo artista italiano, un autodidatta classe 1989, originario di
Lamezia Terme (CZ), sul suo sito internet spiega che:
"Entra a far parte
del mondo dell'arte dilettandosi nel disegnare opere per eventuali tatuaggi
realizzando su richiesta diversi lavori. Ispirandosi a grandi artisti
giapponesi del periodo Edo come Katsushika Hokusai, DiegoKoi e' riuscito ad
appassionare l'occhio delle persone con le sue linee precise e tecniche
orientali".
Nel
2011 vince il "Premio del pubblico miglior Artista NonfermArti
2011" e il "Premio sezione pittura NonfermArti 2011" , che gli
vengono conferiti nella provincia di Cosenza in occasione dell'evento artistico
Nonfermarti 2011. Nel marzo 2012, DiegoKoi vince la selezione del Premio
Internazionale Arte Laguna di Venezia con l'opera "Sentenza" e, nello
stesso anno, è finalista di uno dei premi più prestigiosi in Italia, il Cairo
di Milano, con l'opera Raptus.
Malgrado nella sua biografia egli rilevi il legame con l'arte giapponese, il suo percorso
artistico sembra piuttosto riflettere una sorta di "ritorno
all'ordine", espresso in una ritrovata dimensione figurativa fondata sul
recupero della tradizione italiana. Nel 1989, quando il giovane
pittore nasceva, Argan - noto critico d'arte - scrisse che "Fu
attraverso il confronto con la fotografia che l'arte andò via via
distaccandosi, per differenziarsi, dal concetto classico della mimesi, e si
costituì in proprio una morfologia e un lessico senza radici naturalistiche".
Ben presto, "la fotografia invase anche quel dominio: si presentò
come operazione più mentale che tecnica, potenzialmente creativa come e più
dell'arte", e cessò di essere una fedele trascrizione del reale. Lungo
il corso del Novecento, poi, pittura e fotografia si confrontarono
costantemente sia sul piano pratico, come testimoniano molti movimenti di
respiro europeo e internazionale quali l'impressionismo, il realismo,
l'iperrealismo e il postmoderno, sia sul piano teorico. Oggi quel
"concetto classico della mimesi", per dirla con Argan, sembra
riaffermarsi con forza nell'opera di questo giovane artista (e non solo, vedi
gli oli di Robin Eley), producendo una significativa inversione di rotta rispetto
all'arte d'avanguardia e a quella concettuale degli ultimi anni, allo scopo forse di dimostrare la
"superiorità" del "mezzo grafico" su quello
fotografico.
anche mio padre quando lavorava al Lingotto con le presse mi diceva che aveva qualche problema con la creatività e l originalità.
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