Domani, martedì 16 ottobre, il Macro
inaugurerà "L'Italia nel pallone", un ciclo di quattro conferenze
sulla tematica “arte e calcio”, sviluppata in collaborazione con Giovanni
Giaretta, artista in residenza al museo. Durante gli appuntamenti, gli esperti
del settore si alterneranno con una serie di interventi su come il gioco del
calcio abbia influenzato le varie discipline artistiche (architettura,
fotografia e letteratura).
Pur non conoscendo il progetto nel
dettaglio, ci sembra possa essere classificato come un tentativo, sicuramente
scaltro, di richiamare l'attenzione sul mondo dell'arte attraverso lo sport
preferito dagli italiani, quello del calcio, che a differenza della cultura
sembra non conoscere "crisi" (http://www.museomacro.org/it/ciclo-di-conferenze-litalia-nel-pallone).
Dal punto di vista di uno storico
dell'arte intransigente (e forse un tantino ottuso), i binomi
"arte-calcio" - "cultura-calcio" stridono e non convincono
pienamente, così come non esalta l'idea di accostare i due settori in un ciclo
di conferenze organizzate da un museo importante come il Macro. D'altra parte fioccano, negli ultimi tempi, i riferimenti degli
artisti a episodi del mondo calcistico: uno su tutti, la testata di Zidane a
Materazzi nei mondiali del 2006, immortalata nella scultura del franco-algerino
Adel Abdessemed, alla quale abbiamo già dedicato qualche riga
(http://culturacheappaga.blogspot.it/2012/09/le-coup-de-tete-de-zinedine-zidane.html).
Ma il pubblico cosa ne pensa?
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